Descrizione
- Menhir Coelimanna:
alto 200 cm, presenta una basa quadrata (37 × 37 cm) ed è leggermente inclinato verso W. Attaccato da numerose formazioni licheniche, regge una croce in ferro in sommità. La facciata a S ha graffita una croce sulla sua superficie e tre grosse tacche sullo spigolo. - Menhir Parco Rimembranze 1 e 2:
si tratta di due menhir presenti nel parco Rimembranze e qui ricollocati in seguito al loro recupero. Del primo (50 × 26 cm) rimane solo un tronco dell'altezza di 150 cm che presenta una croce di ferro infissa in sommità. Il secondo menhir (40 × 20 cm), rinvenuto da Pino De Nuzzo nel 1999, presenta un'altezza di 2 m e spigoli squadrati e regolari. Quest'ultimo era utilizzato quale "ponte" di attraversamento di un canale. - Casale di San Giacomo di Sombrino:
è un sito archeologico abitato dalla preistoria al XVI secolo. L'insediamento reca importanti tracce archeologiche che vanno dal Paleolitico superiore all'età dei metalli, un villaggio neolitico, resti romani e tombe medievali. In epoca basiliana, in virtù della sua particolare posizione geografica, divenne un centro di sosta per pellegrini. Rimangono in piedi i resti della chiesa, come la facciata medioevale e il tetto a capanna. Il casale venne abitato sino al Cinquecento quando fu definitivamente abbandonato. - Motta di Specchia Torricella:
è un tipo di fortificazione normanna situata nell'omonima località al confine sud-orientale del territorio di Supersano. In tale località è presente un terrapieno con sulla sommità resti di una torre di forma circolare, da cui si poteva agevolmente controllare tutto il territorio circostante. Alla base fino alla metà degli anni Ottanta del Novecento era ancora in situ il muro di contenimento posto alla base della Motta, delimitandone la circonferenza, costituito da blocchi di tufo (quadrotti) carparigno dell'altezza di circa 150/170 cm fuori terra. Ma già negli anni Novanta era quasi scomparso. Il muro presentava n apparecchio murario isodomo e realizzato ad opera d'arte. Più che una Motta dava l'idea di un'antica tomba ellenistica. Le motte infatti sono monticelli artificiali sormontati da una struttura di legno o di pietra. La terra per il monticello veniva ricavata da un fossato, scavato intorno alla motta. La superficie esterna del monticello poteva essere ricoperta di argilla o rinforzata con supporti di legno. La torre doveva essere ancora in piedi nel 1464, essendo citata in un documento tra le torri di vedetta all'interno del bosco di Belvedere, mentre un feudo col nome Torricella compare in un atto del 1641. Di certo tutta la zona, dal punto di vista toponomastico, è denominata la "turre" o le "Turri" in gergo, e comprende in parte anche il territorio di Nociglia, segno che la struttura ossidionale controllava e dominava un vasto territorio ed in connessione con altre strutture fortificate puntuali dei comuni limitrofi. - Scavi archeologici:
in località Scorpo è venuto alla luce un insediamento di età medievale, nel corso di lavori di ampliamento dell'area industriale avvenuti nel 1999. Gli scavi sono stati tenuti dall'Università del Salento e dalla soprintendenza archeologica della Puglia. Durante gli scavi sono emerse alcune strutture riferibili a fondi di capanne (finora rilevati sono in Nord Europa, a Poggibonsi in Toscana e a Brescia) che le datazioni al C14 e il materiale ceramico riferiranno poi al periodo medievale e precisamente tra la fine del VII fino al X secolo. Ulteriori scavi hanno fatto emergere una fossa di scarico ricca di ossa animali e un frammento di vetro probabilmente proveniente dall'area adriatica Venezia o Istria. Inoltre di particolare interesse risulta un muro di altezza discreta, probabilmente aveva una semplice funzione di delimitare il villaggio, il cui percorso completo non è chiaro. Attiguo al muro vi è inoltre un pozzo che ha restituito ceramica da cucina e importanti resti di semi vegetali, in particolare chicchi di uva.