Descrizione
È una delle poche cripte non ipogee presenti nella provincia di Lecce essendo stata ricavata scavando nel costone tufaceo della serra di Supersano. Si accede attraverso un ingresso largo circa un metro. Ha una distribuzione degli spazi interni che rievoca la ripartizione secondo la disposizione della basilica paleocristiana. L'ambiente della cripta, che ha una forma vagamente rettangolare, è diviso da due pilastri di diversa forma e dimensione, sui quali è impostato un arco. Misura 7,5 m di larghezza e 15 m di lunghezza. Il pavimento è in terra battuta con alcune tracce di cocciopesto; il soffitto è disposto in una doppia altezza: più basso nella zona di ingresso, più alto nella zona interna ricavata successivamente. Sono presenti due altari, di cui uno (l'originale) è situato di fronte all'ingresso e un altro, in stile barocco, è posizionato nell'ambiente interno e accoglie un affresco bizantino della Madonna. Sono visibili resti di sedili, di nicchie e nella zona d'imbocco di un cunicolo, resti di una fonte battesimale. Nel primo ambiente si trova il ciclo iconografico più antico (XIII secolo) e più precisamente: San Giovanni Battista, San Nicola di Myra, un santo anonimo, Cristo in trono, il dittico dei Santi Andrea e Michele, Santo Stefano con un Santo Vescovo, Vergine con Bambino, Vergine in trono con Bambino e la Madonna della Misericordia. Nel secondo ambiente si conservano i dipinti più recenti, fra cui un San Lorenzo, eseguiti con colori a calce tra il XVI e l'inizio del XVIII secolo.
L'origine del nome Coelimanna è da ricercare nella manna estratta nel Tardo Medioevo da qualche varietà di Fraxinus ornus, pianta ancora esistente in zona.